Come valutare al meglio una pizza di qualità
La pizza è uno dei piatti più amati al mondo, soprattutto da noi italiani. Ognuno è libero di mangiarla come vuole, ma alcuni modi e stili sono “meglio di altri”, almeno in linea di massima. Se si mangia la pizza in un certo modo, se ne ricava il massimo in termini di esperienza. Niente di particolare o di mai visto, tuttavia molti adottano alcuni accorgimenti, che vale la pena approfondire.
Un altro aspetto rilevante, legato al consumo della pizza, è la capacità di valutare la pizza stessa. Siete sicuri di saper riconoscere una pizza eccellente, quando la state mangiando? In questo caso il gusto la fa da padrone, quindi se piace è buona. Tuttavia, vi sono alcuni criteri che vanno presi in considerazione per “promuovere o bocciare” la pizzeria, e quindi valutare il tipo di pizza che mettete sotto i denti. A tal proposito, vale la pena affrontare questi temi per gustare al meglio la pizza. Per questo ci chiediamo, come si mangia una pizza? E come si riconosce una pizza di qualità?
Consigli per valorizzare la pizza
Ecco alcuni consigli per mangiare “bene” la pizza, o per sfruttare appieno le sue potenzialità. Un primo aspetto riguarda i tempi, ossia è bene mangiare la pizza quando è ancora molto calda. Alcuni lasciano raffreddare leggermente la pizza per via della mozzarella e della salsa che scotta. Questo è un grande errore, infatti la pizza perde di qualità quando si raffredda. La pizza dà meglio di sé quando è praticamente bollente, appena uscita dal forno e con la mozzarella che ancora sfrigola.
Usare le mani. Alcuni odiano mangiare con le mani, ma in questo modo si rischia di rovinare l’esperienza. Tagliare una bella fetta e addentare la punta significa racchiudere in un solo morso la parte migliore della pizza. E poi, in fondo, usare le mani è molto più semplice!
Lasciare il cornicione. Ad alcuni il cornicione non piace in quanto è meno saporito o poco gustoso se la pizza è cotta male. Tuttavia ha una sua funzione, infatti ripulisce il palato dopo aver mangiato una fetta, e lo prepara al prossimo morso. In questo modo la pizza viene gustata al meglio fino all’ultimo boccone.
Sperimentare troppo, o non sperimentare mai. Lo sappiamo, sui gusti non si può discutere in quanto sono molto soggettivi, tuttavia il consiglio è di sfruttare la creatività che la pizzeria mette in campo. Provare dei nuovi gusti ogni tanto, o anche spesso, ha una sua logica. Certo, è bene non esagerare in quanto alcuni tipi di pizza sono a volte fuori luogo e prevaricano i confini italiani.
Come riconoscere una buona pizza?
Passiamo adesso al secondo tema, quello della valutazione della pizza. Cosa rende una pizza davvero buona e gustosa? Ecco alcuni criteri da prendere in considerazione già dopo i primi morsi.
La texture. Il corpo della pizza deve essere morbido, anche nella variante romana (che in alcune parti può essere croccante). Morbido, però, non significa gommoso. Una pizza gommosa, infatti, indica un errore grossolano nell’impasto, nei tempi e nelle temperatura di fermentazione.
Il taglio facile. Se la pizza viene tagliata con facilità, allora è probabile che abbia una texture per lo meno decente. Il coltello che scorre senza intoppi è sinonimo di morbidezza.
La questione delle bolle. La pizza non dovrebbe avere bolle, men che meno “scoppiate”. In caso contrario significa che è stata impastata in modo imperfetto.
Il fazzoletto come prova del nove. Questo è un trucchetto che non tutti conoscono. La pizza non dovrebbe essere unta. Per verificarlo, appoggiate una fetta su un fazzoletto. Se il fazzoletto ne esce immacolato, o quasi, significa che la pizza è di buona qualità.
La bontà delle materie prime. I condimenti devono essere realizzati con materie prime il più possibile fresche e di qualità. A tal proposito, non è difficile accorgersi quando i condimenti sono poco freschi o di qualità scadente. E’ bene, quindi, prendere seriamente in considerazione questo aspetto nella valutazione della pizza.
La gestione delle farine. La pizza non deve avere un retrogusto di stantio. Se avvertite questo sentore, significa che la farina non era di qualità, o è stata semplicemente utilizzata male.